Di muri, pensieri e parole

Di muri, pensieri e parole

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Dopo tanto tempo riesco a mettere in fila le parole per raccontarti cosa è successo dall’ultima volta che ho scritto qui.

Mettere in ordine i pensieri può essere complicato, ancora di più tradurli in parole, soprattutto se scritte.

Così è successo che in queste settimane io abbia incominciato a scrivere molti articoli per questo blog; e li abbia cestinati tutti.

Mancava un filo logico, non sapevo come scrivere quello che avevo in mente.

Blocco dello scrittore, mi dicevo. Non c’era altra spiegazione.

Allora niente, ho saltato una settimana, tanto che vuoi che sia.

Ne ho saltate due, tanto una o due cosa cambia.

Ne ho saltate tre, a questo punto tanto vale finire il mese.

Ho smesso di pensarci e di rimproverarmi per la mia latitanza. 

Tra me e il mio blog si era alzato un muro, molto simile a quelli che si costruiscono tra marito e moglie, tra figli e genitori, tra amici.

Ho pensato alla mia ultima storia andata male (niente panico, è una storia vecchia); ho pensato a come è stato facile passare dal non parlarsi per una stupidata ad essere estranei sotto lo stesso tetto.

Si rifiuta un abbraccio, poi un bacio, poi non ci si guarda negli occhi; perché?

Sembra sempre che ci sia tempo per rimediare, si rimanda, ci si distrae, ci si abitua.

Per orgoglio, per paura.

Le cose non fatte, le parole non dette, gli sguardi sottratti alzano muri enormi che diventa difficile abbattere.

Lo stesso meccanismo si innesca quando vuoi uscire di casa, ma per qualche motivo ti senti inadeguato e rimandi; e stare a casa diventa un’abitudine.

Quando vuoi parlare dei tuoi sentimenti, ma ti vergogni; e finisci col sembrare insensibile.

Quando vuoi scrivere sul blog, ma pensi che non interessi a nessuno, che stia diventando troppo personale; e non scrivi più.

In fondo il blog è la mia creatura, c’è molto di me e adesso che la mia attività sta crescendo ho avuto paura.

Credo di aver sentito il bisogno di proteggermi, di chiudermi nelle mie insicurezze.

Allora eccomi armata di piccone per abbattere questo muro fastidioso tra me e il mio lavoro. 

Non mi metto a promettere un articolo a settimana, in fondo rimango pur sempre madre, moglie, figlia e ceramista; ed è un dato di fatto che io sia “praticamente imperfetta sotto ogni aspetto” (cit. Mary Poppins al contrario).

Però prometto di non farmi prendere dallo sconforto e dalla paura di fronte al lavoro e alla vita e di abbattere più muri possibili.

Mentre io me ne vado in giro armata di piccone, come uno dei sette nani, ti ricordo dove trovarmi:

Instagram: Pubblico le foto di quello che mi ispira, la realtà che mi circonda dal mio punto di vista, il making of delle mie ceramiche e le novità.

Facebook: c’è molto sul laboratorio a Como e ti consiglio di seguirmi se vuoi sapere tutto sui corsi e sugli eventi.

Ricorda di abbattere i muri che ti circondano e fammi sapere come è andata.

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