Quattordici ore … quattordici ore mi sono servite per smaltare e mettere tutto nel forno, quattordici ore in una fredda cantina male illuminata mentre fuori un po’ pioveva un po’ nevicava. Ore che ho rubato al sabato alla domenica e in parte al lunedì.
Credevi che smaltare fosse facile? no, non è così, uno smalto ben dato può migliorare molto una tazza, mentre uno dato o scelto male può rovinare irrimediabilmente un oggetto. Come se non ci volesse già abbastanza tempo, io ho realizzato degli oggetti piccoli e dettagliati, da smaltare con un pennellino minuscolo .. e così … quattordici ore, appunto.
Quattordici ore ci ha messo il forno ad arrivare a temperatura, il programma ne prevedeva dieci, ma è un forno vecchio, direi riflessivo … insomma ha i suoi tempi.
Quasi quattordici ore sono servite per raffreddare il contenuto del forno e poterlo finalmente aprire.
Quattordici secondi (o forse meno) per capire, ahimè, che non tutto era andato come previsto.
Però, un problema va scomposto in piccole parti, per vederlo meno grande e affrontarlo più serenamente; tirando fuori i pezzi dal forno mi sono accorta che anche se qualcosa aveva una crepa, c’erano anche molte cose buone, e alcune prove smalto decisamente notevoli.
Ci ho messo un’ora per tirare fuori tutto dal forno, un pezzo alla volta, controllando ogni angolo e ogni sfumatura di colore.
Incredibilmente, l’oggetto più bello era una tazza fatta un po’ così, di fretta, una prova decisa all’ultimo minuto per riempire un angolo del forno.
Alla fine, da questo forno stracarico di ogni tipo di forme e colori, la sorpresa è venuta da una decisione impulsiva, mi soddisfa molto questa combinazione di smalti: all’esterno lo smalto Frog, una mia ricetta ormai consolidata, all’interno una nuova ricetta ancora da verificare, ma se queste sono le premesse, probabilmente da questa accoppiata nascerà una serie di tazze.