Silenzio

Silenzio

postato in: Eli | 0

Sono le 9 di domenica mattina.

Una mattina silenziosa. Io in cucina con in mano un caffè.

Penso alle nuove ceramiche che vorrei realizzare e trascino pigramente la matita su schizzi di progetti che forse prenderanno forma e forse no.

In salotto, sul divano letto, papà e figlia dormono dopo una notte insonne di tosse  e raffreddore della cucciola.

Sono stanca, ma mi sono voluta alzare per godere di questi preziosissimi momenti di solitudine.

E silenzio.

Lo senti il silenzio? Shhhhhhh …

Da quando sono diventata mamma, la solitudine è diventata un bene raro e prezioso.

In questi due anni mi sono fatta tirare avanti per inerzia dalla vita, senza realmente prenderne le redini.

Un vortice rumoroso e caotico che ha fagocitato i miei pensieri coscienti, i miei progetti futuri.

Fortunatamente il laboratorio si fa pubblicità da solo, grazie alle meravigliose persone che lo frequentano.

Non ho mai avuto fretta di riempirlo di gente, il laboratorio, così si è creato un bel giro di creativi che lo popolano per passione e non attirati da ammiccanti campagne pubblicitarie.

Non ho avuto fretta di far crescere il mio lavoro perché, e adesso lo posso dire, ero più impegnata a crescere come madre. E progettare la mia fuga.

Non ero nemmeno sicura che sarei rimasta a Como: dalla nascita di mia figlia in avanti, la nostalgia di casa ha ciclicamente preso il sopravvento.

Quanto sarebbe più facile cedere e tornare a Faenza, da mamma e papà, dalla famiglia.

Se solo avessi avuto il tempo di pensarci seriamente …

E così sono andata avanti a piccoli passi e piccoli successi, come quando sei a dieta e ti dicono che, per dimagrire davvero, deve succedere poco alla volta, così il fisico si abitua.

E alla fine mi sono abituata.

Mi scopro la mattina a pensare ai miei boschi, quelli di Brunate.

Mi ritrovo a sfiorare ricordi, prima di noi due, poi di noi tre, costruiti sui crinali che abbracciano il lago.

Riconosco le vie e i paesini. I miei paesini e il loro profumo di pietre umide.

Mi infastidisco davanti alla moltitudine di turisti, che imbratta i miei sentieri.

Scendo in funicolare pensando “che bello, oggi, il mio lago”.

È così che vanno le cose, anche il pendolo, che si fa tirare da una parte all’ altra dalla forza d’inerzia, prima o poi si ferma al centro.

Che io abbia trovato il mio centro quando ho smesso di opporre resistenza e mi sono lasciata trasportare? Probabile.

Forse questi sono i pensieri folli di una mattina di quiete, forse figli di una notte insonne o di una mente incredula di non avere niente da fare, dopo mesi di impegni.

‘Non posso pensarci troppo, altrimenti mi spavento e ricomincio ad oscillare a destra e a manca, nell’ansia di governare io la mia vita.

Che poi, ma dove devo andare?

 

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