Che meraviglia l’autunno con le ombre lunghe, l’aria frizzante, la mattina con la copertina addosso e la sera che arriva prima.
Che sonno, che voglia di sedermi a contemplare la natura e sonnecchiare.
L’estate non è stata come me la aspettavo, ho avuto una brutta notizia proprio prima di partire per le ferie e credo di essermene fatta una ragione solo adesso, quindi le vacanze sono state oscurate da un velo di malinconia.
Ancora frastornata dagli eventi di fine luglio, il 4 settembre ho riaperto il laboratorio; la splendida sorpresa di tante nuove iscrizioni la prima settimana ha alleggerito il rientro al lavoro e mi ha caricata di energia, tanto che ho passato lo scorso wek end in laboratorio a risistemare e progettare.
Questa settimana è freddino e io sono ancora tanto stanca, però carichissima e molto concentrata su un paio di progetti di cui ti parlerò più avanti.
Mi stavo già adagiando sotto una trapunta di pensieri felici quando … sbam! Un’altra pessima notizia che questa volta ci sconvolge come famiglia, ribalta i nostri progetti e ci lascia quasi senza casa e senza riscaldamento (giuro! Mentre scrivo sono avvolta nel maglione e ho il naso gelato).
Bene. Respiriamo.
Poi ci sono i social, croce e delizia dell’imprenditrice 2.0.
Non ce la faccio, la foto perfetta non mi appartiene, i momenti sempre felici nemmeno.
Essere sempre al top, trasformare delusioni in successi, affrontare ogni giorno con ottimismo, le foto still life, gli sfondi di legno bianco, le unghie curate, il trucco a posto anche la sera dopo cena …
No, davvero, apparire ordinatamente social mi sfinisce, mi viene sonno solo a pensarci.
Quindi ti chiedo scusa per le assenze prolungate, le foto sfuocate, le occhiaie, il sorriso tirato, le parole sbagliate, lo shop non bello ma simpatico, l’Instagram confuso.
La vita è così e sforzarmi di essere amabile e impeccabile mi è difficile.
Ci tengo al mio essere me stessa, mi piace come mi rialzo quando crollo, quando sono esageratamente euforica e anche quando mi sento fuori posto.
In questi giorni vorrei tanto dormire, risvegliarmi in una casa calda e in ordine, aprire le mail e trovare le notifiche con gli acquisti dallo shop e non venire sommersa dallo spam, entrare in laboratorio canticchiando e lavorare in serenità con intorno gli uccellini e i topolini di Cenerentola.
Però dai, che noia.
Io e le mie ceramiche ci pregiamo di non essere social friendly, anche se questo, a livello imprenditoriale, è un suicidio.
In fondo, anche se adesso vado a letto alle 21.30, sono sempre la ragazzina che ha comprato il giubbotto di pelle rosso quando tutti l’avevano nero.