Di argilla, autunno e processo creativo.

Di argilla, autunno e processo creativo.

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Lasciare andare.

Due paroline semplici che possono donare molta libertà e aiutare a crescere.

Ieri gironzolavo per i boschi intorno al paese, godendo di una splendida domenica d’autunno. Le foglie secche scricchiolavano sotto i miei passi e il bosco era inondato di colori: tutte le sfumature del giallo, arancio e marrone.

Il solito insomma, l’autunno e i suoi colori, il preludio al bianco invernale, la necessaria preparazione alle gemme primaverili e alle verdissime foglioline nuove.

Lasciare andare, questo era il mio pensiero ieri pomeriggio.

La natura ogni anno si spoglia di tutto per poi tornare più rigogliosa di prima; l’uomo invece si attacca alle cose, alle convinzioni, alle persone, pensando di essere arricchito da tutta questa “zavorra”. Certo, ad alcune persone è bello “attaccarsi”, anzi, è necessaria la vicinanza di chi conta nella nostra vita, ma io preferisco chiamarla condivisione, l’attaccamento è una cosa diversa e mai sana.

No, non sto cercando di farti la predica del lunedì, voglio solo spiegarti come sono passata dalle foglie autunnali al processo creativo.

Il processo creativo secondo me è un bell’esempio della necessità di lasciare andare … nel momento in cui si crea qualcosa, l’ideale è scrollarsi di dosso tutti i pregiudizi, gli insegnamenti precedenti, i limiti mentali che negli anni ci siamo costruiti o ci hanno insegnato.

Non basta certo dirlo, non è una cosa che succede a comando, ma deve avvenire spontaneamente, spesso avviene senza rendersene conto.

Il bello, secondo me, del lavorare l’argilla (ma anche di tutte le altre forme d’arte, di cui ho meno esperienza) è la possibilità di ritagliare qualche ora per se stessi in cui poter liberare la mente. Lo scopo è così raggiunto: le mani si muovono libere, la mente si rigenera e lascia andare i pensieri che la opprimono. Una sorta di meditazione.

Succede spesso, in laboratorio, che gli allievi inizino creando oggetti anonimi, classici, dalle forme già viste, senza osare qualcosa in più per la paura di sbagliare. Poi nel tempo si liberano delle convenzioni, si rilassano e creano nuove forme, meno rigide e con una diversa personalità. Lo vedo accadere, da osservatore esterno, e ne sono felice.

Questo è quello che amo del mio lavoro, questo è il più grande successo a cui posso aspirare; non pretendo di creare artisti, ma raggiungo il mio scopo quando chi segue le mie lezioni riesce a rilassarsi e ad esprimere se stesso senza timore di sbagliare.

Lasciare andare, svuotare la mente per poter crescere, liberarsi dai pesi inutili per fare spazio ad una maggiore serenità.

Tutto questo si trova anche nella filosofia cinese, anzi, ancora prima dell’avvento del buddismo, era considerato fondamentale il concetto dello “svuotarsi per potersi riempire” liberarsi del tutto per diventare più ricettivi, analogamente a quello che fa il nostro corpo per vivere: i polmoni si svuotano e si riempiono, prendono e lasciano, così anche noi dovremmo imparare a farlo.

Beh, direi che per essere lunedì mattina ho esagerato, dalle foglie alla filosofia? naaaaa … mettiamola così: una bella passeggiata nel bosco non fa male, si ossigenano polmoni e cervello, se poi hai voglia di passare da me in laboratorio per lavorare l’argilla, è un buon modo per lasciare alle spalle la settimana di lavoro.

E tu cosa fai, di solito, per rilassarti?

 

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