Sfinge.
E’ un nome che evoca immediatamente atmosfere di mistero e simbolismi, ma bisogna distinguere fra la Sfinge egizia e quella greca: la prima è la raffigurazione della potenza regale, mentre la seconda è una figura nata per portare terrore.
La funzione della Sfinge egizia è ben precisa: proteggere.
“Proteggo la cappella della tua tomba sorveglio la tua porta…” sta, infatti, scritto su un esemplare risalente alla XXVI Dinastia.
Corpo leonino e testa umana, la Sfinge simboleggia la natura divina del Faraone.
Durante lo scorrere di tutti questi secoli, non c’è stata generazione capace di sottrarsi al suo fascino enigmatico.
Per gli Arabi era “Padre della paura”, a testimonianza dei sentimenti di timore che l’immenso colosso di pietra era capace di suscitare in gente superstiziosa che la credeva una raffigurazione del male; per gli Antichi Egizi, però, era la Shepes-ank, “L’Immagine Vivente”, provvista di Ka e Ren: Spirito e Nome.
Imponente ed enigmatico, fin dall’antichità, questo colossale felino di pietra ha alimentato leggende ed aneddoti.
Le mie Sfingi egizie sono quindi regali e pacifiche, rappresentate una accanto all’altra con il maschio che protegge la femmina, forse per difenderla dall’ ignoranza umana che etichetta come mostro tutto ciò che non conosce.