Mi chiamo Elisa, sono nata a Faenza il 28 aprile 1975, ma ora vivo a Brunate, un paesino sopra a Como, da cui si vedono il lago e il monte Rosa.
La mia bizzarra famiglia è composta da un fidanzato molto paziente e tre gatti molto viziati. La stanza più vissuta della casa, non è il salotto, ma la cantina. Piccola, buia, umida e polverosa, pare che sia il luogo ideale per il brainstorming, cosa c’ è di più stimolante di un fatiscente muro bianco? In cantina si può creare, pensare, parlare da soli o litigare con un pezzo di creta, tutto sotto gli occhi preoccupati di qualche gatto, che sonnecchia in una scatola di cartone.
Nella mia cantina ci sono scaffali pieni di sculture finite, da colorare, da cuocere, da completare … ci sono anche gli zaini da montagna e gli scarponi, corde e moschettoni, perché dopo aver passato ore e ore ad ammuffire nella penombra, ho bisogno di libertà, ossigeno, muscoli stanchi e fatica. Se il mio primo amore è la creta, il secondo sono i sassi, la montagna … in fondo, sempre di terra si tratta.
La creta infatti non è altro che terra, come il fango con cui si gioca da bambini. Io sono un’autodidatta e le mie Terre sono Storte e imperfette; uniche e irripetibili, rappresentano momenti e stati d’ animo che sono stati miei ed ora se ne stanno lì a guardarmi dagli scaffali. Nel corso degli anni, con le mie sculture Storte ho avuto diverse discussioni sui più svariati argomenti … dentro alla buia-piccola-umida-cantina … sì, lo ammetto, ne ho avuta una in ogni casa in cui ho vissuto.
Faccio sculture da quando avevo 20 anni, ora ho scelto di far diventare la passione un lavoro e così è nato questo sito, “le Terre Storte”, dove sono presenti opere vecchie e nuove. Per capire chi sono, non bisogna fare altro che guardare. Sono la somma di tutte le cose che ho fatto, delle esperienze che ho vissuto, delle scelte giuste e sbagliate, delle persone che ho conosciuto, di quello che ho detto e non detto, dei km fatti a piedi, delle cime raggiunte e dei numerosi errori. Storta e in continua evoluzione, irrimediabilmente imperfetta, come le mie Terre.