Siamo tutti funamboli.

Siamo tutti funamboli.

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Funamboli, casette, cuori, gatti … cose nuove uscite dal forno la scorsa settimana e che finalmente posso presentarti.

Le Terre Storte sono io, Elisa; scultrice, ceramista, aspirante alpinista, moglie scapestrata, figlia ribelle, madre in rodaggio.

Le Terre Storte sono gli oggetti che creo, fatti di terra, tempo, passione e fuoco.

Le Terre Storte sono lontani mondi immaginari, dove tutto può succedere, dove un fungo può farti lo sgambetto mentre cammini nel bosco, un uccellino può posarsi sulla tua tazza e un gatto può essere azzurro perché ha passato troppe ore a contemplare il cielo.

Tra i tetti delle terre storte camminano i funamboli, in bilico tra sogni e realtà, come ognuno di noi.

Ogni tanto, tra uno smalto e l’altro, tra la costruzione di una teiera e il lavoro al tornio, fanno capolino tra le mie mani anche questi bizzarri personaggi; io ci provo a rimanere seria, ma non c’è niente da fare: i funamboli stendono il filo tra me e il piano di lavoro e si portano dietro le mie idee più bislacche.

Sono sicura che la mia bambina sia loro complice e li aiuti a stendere quel filo tra il ceramista serio e la mia fantasia.

E allora eccoli, gli acrobati che escono dal forno; mi sono servite tantissime ore di lavoro per realizzarli, ma ne sono felice, mi giravano per la testa facendo un gran rumore e da troppo tempo li sentivo prudere sulla punta delle dita.

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Pierrot, in equilibrio tra il cuore e la luna, perennemente innamorato, passa le notti osservando il cielo.

Philippe, che segue il suo cuore e la sua passione stendendo il filo tra i tetti di Parigi.

Gastòn, l’uomo in frac, illuminato dai raggi lunari, in cerca una casa dove far riposare il suo cuore romantico.

Renoir il pagliaccio, che porta colore e sorrisi tenendosi in equilibrio su dolci girandole di zucchero.

Pieretta, innamorata e sognatrice, confida alla luna con un sospiro il nome del suo amato.

Arlecchino, che  gioca e fa le capriole sul filo, da autentico guascone.

Camille, che sogna di diventare una stella del balletto e fa piroette sulla corda tesa.

Pètit, il più giovane, in bilico tra la voglia di rincorrere il pallone e quella di abbracciare forte il suo orsacchiotto.

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Questi sono i miei funamboli, realizzati con la massima cura, smaltati e pronti per essere spediti all’interno di una piccola scatola di legno.

Ognuno di noi è in equilibrio nella vita: io ad esempio sono combattuta tra il lavoro in laboratorio e la voglia di boschi e spazi aperti.

E tu? Che funambolo sei?

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