“Per un momento, mentre la brezza sfiorava il lago, vide soltanto immagini confuse: battaglie, la bandiera del drago, gli uomini delle tribù……La luna tramontò dietro la nebbia, la visione sparì e Viviana non riuscì ad evocare altro che immagini fuggevoli.”( M. Z. Bradley-Le nebbie di Avalon)
Questa scultura rappresenta Viviana, che in alcune leggende viene associata alla figura della Dama del Lago, il suo corpo nudo sorge dalle acque argentee, mentre porta con se Excalibur.
La leggenda vuole Viviana prigioniera del lago, relegata sul fondo, occultata dall’acqua limpida che si specchia al sole.
La Dama del Lago agisce in modo imparziale sulle vicende degli uomini. Quando Lei si manifesta, in qualche modo tempo e destino si capovolgono, cambiano le sorti del bene e del male, che alternativamente primeggiano l’uno sull’altro.
La Dama del Lago consegna a Merlino la spada che poi Artù estrarrà dalla pietra dell’altare. La Dama del Lago è la custode del Graal che solo Parsifal riuscirà a raggiungere e riscattare. Ed è sempre la Dama del Lago che s’innamorerà e farà innamorare l’anziano cuore di Merlino, e che dopo averlo spogliato della sua magia, lo rinchiuderà in una tomba d’aria sospinta dal vento.
Infine la Dama del Lago riprenderà Excalibur, la spada dei Re, lanciatale da Parsifal dalla riva del lago, eseguendo l’ultimo ordine di Re Artù.
“…
Una spada fiammeggiante e splendente, la cui potenza genera guerrieri.
Quest’arma contiene anche le astuzie di una donna e traccerà terribili fatti di uomini; darà il nome ad un’epoca; incoronerà un Re, che prenderà il nome da un popolo della montagna, che crederà di essere stato generato dal seme di un drago; uomini vigorosi e feroci, eroici, prodi e forti, nelle loro anime vi sarà grandezza.
Questo re, potente oltre l’ immaginabile, forgiato nella gloria, cantando un canto di spade, confondendo i mortali con magica follia, darà vita ad una leggenda, e tuttavia non lascerà nessuno a condurre al trionfo il suo esercito dopo di lui.
Ma la morte non svilirà mai il suo destino, che, non morendo, vivrà per sempre, per essere ricordato.” (Jack White – Le cronache di Camelot)
Una risposta
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