Sabato

Sabato

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Sabato mattina.

Ho detto al mio compagno di occuparsi della bimba, che io dovevo lavorare.

Mi sono chiusa in cucina, perché la cantina era troppo fredda e il laboratorio a Como troppo difficile da raggiungere. Era sabato mattina e la difficoltà stava tutta nel togliere i vestiti caldi da casa e decidere di uscire per scendere a Como. No, troppo audace per quel sabato in ciabatte con gli occhi ancora mezzi chiusi.

La cucina è calda, c’è un bel tavolo di legno e io non avevo bisogno di grandi spazi quella mattina.

Ho chiuso la porta in faccia ai gatti con un pensiero da mamma: “ spero che la bambina non pianga, perché mollerei tutto per andare a cullarla, portandola via al papà”.

Ho aperto un sacchettino di creta mezza secca, non avevo bisogno di molta acqua. Ho portato con me un unico utensile di legno, non  mi servivano nemmeno molti attrezzi, solo le mani.

Ho un’idea in testa da prima di Natale, è cresciuta e si è evoluta. Le mani però sono state occupate a fare altro e viaggiano a un ritmo molto più lento dei miei pensieri.

Ho raggiunto un compromesso: pochi oggetti per ogni idea, li metto nel sito internet e vedo se piacciono, magari uso anche Facebook, così posso chiedere alle persone, beh, certo, devo anche convincerle a rispondere alle mie domande.

Nella mia testa è tutto facile, la realtà è diversa, ma io sono un’ottimista e sabato ero decisa ad ascoltare l’istinto, per non pentirmi poi di non averlo fatto.

Ho aperto l’agenda con gli appunti, decisa a seguire un ordine preciso.

Niente radio, niente computer, nessuna distrazione sabato mattina.

Le ore sono passate e il mio compagno ha fatto capolino un paio di volte per preparare il biberon, con l’aria rassegnata di chi sa che a pranzo mangerà un panino, in salotto.

Dalla porta chiusa venivano canzoncine per bambini.

Ancora oggi canticchio “un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela e trovandolo molto interessante andò a chiamare un altro elefante … due elefanti si dondolavano sopra il filo di una ragnatela e trovandolo molto interessante andarono a chiamare un altro elefante … tre elefanti …” ehm.

Alcune canzoncine erano perfette per quella mattina e il mio progetto.

“Era una casa bella davvero in via dei matti numero zero”

“Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due, marciavano compatti …”

Sto svelando troppo sul mio lavoro nel week end?

Non credo, nemmeno il mio compagno, passando per la cucina, ha capito molto di quello che stavo facendo.

Devo lavorare, gli avevo detto, chiudendolo fuori.

Giurerei di aver visto una sua occhiata scettica alle mie mani che reggevano un minuscolo drago e un sopracciglio alzato a punto interrogativo verso il tavolo di casette, gatti e cuoricini.

Forse l’ho immaginato quel brontolio “Lavorare? Bah…”

Ma chi l’ha detto che una ceramista deve fare solo vasi?

Ma davvero devo essere sempre seria e parlare di smalti e sculture?

Una ceramista non può giocare con piccole forme divertenti?

Ma davvero???

Ne riparliamo il prossimo lunedì, quando ti aprirò le porte del mio mondo magico.

Nel frattempo, prometto di non prendermi troppo sul serio.

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